DOPO PARIGI CHE FARE?
E' IL TITOLO DI UN ARTICOLO DEL PROFESSORE FRANCO CARDINI SUI FATTI DI PARIGI E DINTORNI... E' DATATO 17 NOVEMBRE...
QUALCUNO HA DETTO CHE SEMBRA UN POST DI ZETA ZETA... TUTTO QUELLO CHE
SI SCRIVE IN MANIERA LIBERA E DI "MENTE" , MAI DI PANCIA, SEMBRA IN
LINEA CON GLI SCRITTI DEL MITE... BASTA SEDERSI SULLA CIMA DI UNA
MONTAGNA... RESPIRARE LENTAMENTE L'ARIA PURA... SGOMBRARE
LA MENTE DI PENSIERI SUPERFLUI E... IL GIOCO E' FATTO... NON SI SCADE
IN BECERI E URLATI COMMENTI... QUELLI TANTO CARI AI "CROCIATI" DA
TASTIERA... QUELLI PRONTI A MENARE FENDENTI... SEMPRE TEORICI...MA SOLO
PRIMA O DOPO LA PARTITA DI CALCIO O LA FORMULA 1... QUELLI, CHE COME HA
DETTO LO STESSO CARDINI, CON LE LORO PAROLE E GESTI POSSONO SOLO
AGGRAVARE LA SITUAZIONE...
LO SCRITTO E' ABBASTANZA
CONDIVISIBILE MENO NELL'ULTIMA PARTE DOVE IL FAMOSO MEDIEVALISTA, DI
AREA CATTOLICA TRADIZIONALE, FACENDO UN PARAGONE CON LA GIOVENTU' DI
"IERI" CHE PARTIVA VOLONTARIA IN CAMICIA NERA, O QUELLA PIU' RECENTI CHE
SCEGLIEVA IL CHE, E QUI CARDINI HA DIMENTICATO ANCHE L'ALTRA GIOVENTU'
DEGLI ANNI '60, QUELLA CHE SCELSE LA "TRADIZIONE", PAVENTA CHE LA
GIOVENTU' ODIERNA, ALLEVATA A FORZA DI TELEFONINI E CAPI GRIFFATI, POSSA
SCEGLIERE "LA BELLA MORTE NEL NOME DI ALLAH"...
IN TUNISIA, PER
ESEMPIO, CON I SOLDI DEL QATAR HANNO ARRUOLATO TANTI GIOVANI PER LA
GUERRA SANTA... MA TUTTI MORTI DI FAME O QUASI... L'ARRUOLAMENTO AVVIENE
FRA LE PERSONE POVERE CHE NON HANNO PIU' NIENTE DA PERDERE... ED E'
FATTO A SUON DI DOLLARI... SI DICE CHE PER I VOLONTARI DELL'ISIS IL
PREMIO DI INGAGGIO SIA STATO DI 5.000 DOLLARI AL MESE...
OGGI IL
PRIMO IDEALE ASSOLUTO E' IL SOLDO... E CHI VESTE GRIFFATO O CAMBIA
COSTOSI TELEFONI A SETTIMANA SE NE RESTA VOLENTIERI A BERE UN CAFFE' IN
UN BAR DI PARIGI O DI ROMA... ALTRO CHE MORIRE PER ALLAH O PER LA SANTA
CROCE COME NEL CASO DI TANTI CHE POSTANO FOTO DI CAVALIERI TEMPLARI CHE
MASSACRANO MUSULMANI...
ANCHE QUI L'IGNORANZA REGNA SOVRANA...
I TEMPLARI ERANO CAVALIERI TERRIBILI E FEROCI MA SOLO CONTRO ALTRI
CAVALIERI, SARACENI,ALTRETTANTO FEROCI... NON SI SCAGLIAVANO MAI CONTRO
DONNE, BAMBINI E UOMINI SOLO PER LA LORO APPARTENENZA ALLA RELIGIONE DI
ALLAH... ANZI PROTEGGEVANO LE POPOLAZIONI ISLAMICHE SOGGETTE ALLA LORO
GIURISDIZIONE...
QUANDO GLI ARRABBIATI COMINCERANNO A LEGGERE I
LIBRI DI CARDINI E DINTORNI?... IL DIALOGO PORTA ALLA COLLABORAZIONE E
LA COLLABORAZIONE PORTA ALLA SCONFITTA DEL NEMICO... ED INVECE TUTTI AD
INVEIRE CONTRO OLTRE UN MILIARDO E MEZZO DI MUSULMANI COLPEVOLI, AI LORO
OCCHI, DI ESSERE MUSULMANI...
A COSTORO, I NEO-CROCIATI, NON
GLIENE VA BENE UNA... QUANDO NON HANNO ALTRI ARGOMENTI SI TRINCERANO
SUL FATTO CHE, AI LORO OCCHI, GLI ISLAMICI MODERATI, DI CUI DICONO CHE
SONO SOLO UN CAVALLO DI TROIA PER I FONDAMENTALISTI, NON FANNO
ABBASTANZA PER "COLLABORARE", PER MANIFESTARE LA LORO "RABBIA" CONTRO I
BARBUTI...
CARDINI CON POCHE PAROLE SMENTISCE ANCHE QUESTO LUOGO
COMUNE... ORMAI LE PRESE DI POSIZIONI SONO TANTISSIME ED ANCHE AD ALTO
LIVELLO SOLO CHE... LA STAMPA TACE... NON HA INTERESSE A FAR CONOSCERE
CHE MOLTI MUSULMANI COMBATTONO I BARBUTI, ANCHE COL MITRA IN MANO, E
NON DIETRO UNA TASTIERA DI COMPUTER ALLA FACEBOOK... COMBATTONO E
MUOIONO A FIANCO DEI LORO "CAMERATI" CRISTIANI, COME AVVIENE ADESSO IN
SIRIA...
SE AVETE TEMPO LEGGETEVI L'ARTICOLO... CARDINI E' UNA
MENTE PENSANTE... ZETA ZETA HA LETTO MOLTI SUOI LIBRI... E POI E' DI
DESTRA... E' UN VERO CATTOLICO TRADIZIONALISTA... PER MOLTI ARRABBIATI
DOVREBBE ESSERE UNA GARANZIA... ED E' UNO PACATO... COSI NON SI DEVE
FARE DIRANNO GLI URLATORI DI FACEBOOK... COSI SI DEVE FARE DIRA' ZETA
ZETA... IMPARATE AD ANALIZZARE E A STUDIARE... ZETA ZETA NON HA MAI
SMESSO DI SEDERSI NEL SUO BANCHETTO DI SCUOLA PER APPRENDERE SEMPRE...
LUI E' UN IGNORANTE PERO' ASSETATO DI SAPERE...E QUANDO E' COSTRETTO A
GIUDICARE O A ESPRIMERE UN PARERE NON SI FERMA MAI ALLE APPARENZE...
"DEUS VULT" ...
COSI' PARLO' ZETA ZETA
L'ARTICOLO DEL PROF.CARDINI:
Dopo Parigi: che fare?
E’
presto per qualsiasi tipo di deduzione. Il molteplice attacco parigino è
stato un vero e proprio atto di guerra, per molti aspetti più grave
ancora dell’attacco alle Twin Towers dell’11 settembre 2001.
DI FRANCO CARDINI - 17 NOVEMBRE 2015
E’
presto per qualsiasi tipo di deduzione. Il molteplice attacco parigino è
stato un vero e proprio atto di guerra, per molti aspetti più grave
ancora dell’attacco alle Twin Towers dell’11 settembre 2001. Tralasciamo
ogni considerazione accessoria, che sarebbe ormai superflua, e
atteniamoci ad alcuni fatti.
Primo: l’IS – prendendo
come buona la sua rivedicazione di responsabilità – non è un vero stato
riconosciuto come tale a livello internazionale, per quanto si stia
dotando di molti strumenti istituzionali che vorrebbero abilitarlo a
comportarsi come tale: è un’organizzazione criminale che sta
comportandosi in modo terroristico all’interno di due stati
internazionalmente riconosciuti e legittimi, la Siria e l’Iraq, per
quanto le loro istituzioni siano a loro volta compromesse e il loro
funzionamento problematico. Se la Francia o l’Unione Europea,
ritenendosi attaccate direttamente e in modo così brutale, volessero
reagire, non potrebbero certo dichiarargli guerra; né attaccare
militarmente territori che appartengono a due stati diversi, salvo
compiere prima tutta una serie di atti politici e diplomatici. In
territorio irakeno agisce una coalizione militare che contrasta – poco e
male – l’IS con il consenso del governo di Baghdad. In Siria,
l’intervento militare russo si è svolto – con efficacia – su richiesta
del governo di Damasco. I propositi belluini manifestati adesso da vari
politici (“andar lì e attaccare”, o baggianate del genere) sono fuori
della realtà.
Secondo: all’IS non si può attribuire a
tutt’oggi (qualunque siano l’entità e la frequenza delle sue minacce e
delle sue vanterie) il controllo e la gestione di alcuna rete
terroristica. Ammesso che nel mondo occidentale vi siano cellule
terroristiche ad esso affiliate, nulla sappiamo sulla qualità e sulle
modalità dei loro rapporti di dipendenza con la supposta centrale. Per
quanto a tutt’oggi ne sappiamo, per i territori che esso non controlla
direttamente, l’IS agisce “in franchising”: vi sono gruppi che adottano
la sua sigla e la sua bandiera, insomma il suo trade mark, ma agiscono
dove si trovano in piena autonomia. Quelle eventuali reti terroristiche e
i loro fiancheggiatori, sostenitori e complici vanno individuati e
contrastati in loco: con adeguate operazioni d’intelligence e
d’infiltrazione. Chi parla di “colpire le centrali del terrorismo” non
sa quelle che dice. Contro questo tipo di nemico, in questa “guerra
asimmetrica”, non servono né divisioni corazzate, né missili, né aerei,
né droni.
Terzo: criminalizzare con
un’indiscriminata ostilità e con un’ingiustificata presunzione di
complicità associazioni o centri di cultura musulmani è illegittimo sul
piano civico e giuridico, insensato su quello tattico-strategico. Le
stragi parigine non sono un episodio di alcuna “guerra di religione”, di
alcuno “scontro di civiltà”: sono il risultato delle mosse di
un’organizzazione criminale che sta facendo proselitismo sulla base di
una tesi ideologica, quella che tratta l’Islam non come una fede
religiosa bensì come un’ideologia e postula arbitrariamente la necessità
che tutti i musulmani sunniti del mondo (un miliardo e mezzo circa) si
riuniscano in una sola umma (“matria”, comunità) per combattere sia gli
“atei”, gli “idolatri”, i “crociati” (cioè i vari non-musulmani del
pianeta), sia gli sciiti (perché la fitna, la guerra civile antisciita,
fa parte del programma del califfo esattamente come di quelli
arabo-saudita e qatariota). La stragrande maggioranza dei musulmani di
tutto il mondo è del tutto estranea a questa follìa: ne è anzi
concettualmente parlando la prima vittima, in quanto le azioni criminali
dell’IS si riflettono in termini di sospetto e di ostilità da parte dei
non-musulmani proprio su di loro.
Quarto: i
migranti non c’entrano. Tutti i “servizi” d’intelligence del mondo
concordano sul fatto che non esiste alcun legame sistematico e
strutturale fra il movimento di migrazione, nelle sue varie e diverse
componenti, e le centrali terroristiche. Casi isolati d’infiltrazione o
d’indottrinamento sono sempre possibili, così come sappiamo bene che
none siste alcuna città, alcuna installazione che non sia in linea
teorica “a rischio”. E’ una delle leggi di base delle “guerre
asimmetriche”. Ma il reclutamento di simpatizzanti o di aspiranti
terroristi non avviane nei centri di raccolta o di smistamento dei
profughi: vi sono luoghi specifici, come le prigioni oppure certe aree
urbane o suborbane (le banlieues parigine, ad esempio), dove gli agenti
provocatori e i “predicatori” dell’IS raccolgono possibili adepti.
Prendersela con i migranti serve solo, semmai, a facilitare il sorgere
in alcuni di loro di simpatìe filoterroristiche “di reazione”. I veri
complici dell’IS non sono i “buonisti”, bensì quelli che se la prendono
senza criterio alcuno con chiunque appaia loro un possibile
fiancheggiatore dei terroristi e quelli che contribuiscono a spargere
timori e ostilità infondate. Né serve “chiudere le frontiere”, a meno
che non si voglia impedire l’espatrio clandestino di qualche sospetto.