E IL DISCORSO DEL GENERALE "ITALIA" MARCO BERTOLINI...
IL GENERALE "ITALIA" VERO... GUARDATEVI DALLE CONTRAFFAZIONI... L'UOMO SI DEVE GIUDICARE NON SOLO DALLE SUE PAROLE MA ANCHE DALLE SUE AZIONI... E DALLA SUA TENUTA INTERIORE...
"SIAMO SOLO TRE, TRE BRIGANTI E TRE SOMARI, SULLA STRADA DI GIRGENTI... SOLO TRE [...]"...
CANTAVA COSI L'INDIMENTICABILE DOMENICO MODUGNO...
I TRE BRIGANTI SI SONO RITROVATI... MANCANO ALL'APPELLO SOLO I TRE SOMARI... MA L'ITALIA ABBONDA DI SOMARI, QUANTO DEFICE DI BRIGANTI, ALMENO QUELLI LEGALI, I CORSARI DELLA PATRIA... E GLI INCURSORI SONO, NELLA LORO ESSENZA, DEI CORSARI AL SERVIZIO DI SUA MAESTA' LA PATRIA...
CHI SI INTENDE DI FORZE SPECIALI SA CHE LE PRINCIPALI AZIONI DEGLI INCURSORI SONO PURA PIRATERIA... LEGALE... MA SOLO PER I PAESI CHE UTILIZZANO LA GUERRA DI CORSA... COME FECE LA REGINA ELISABETTA I CON SIR FRANCIS DRAKE...
HITLER, CHE MANCAVA DI ELASTICITA' MENTALE, DIEDE ORDINE DI FUCILARE GLI ULTIMI CORSARI INGLESI, I COMMANDOS CHE, COME I MODERNI INCURSORI, SVOLGEVANO LA GUERRA DI CORSA, DA CORSARI...
ADESSO IL FATO HA VOLUTO CHE TRE DI QUESTI CORSARI, ORMAI IN PANCHINA A GODERSI IL SOLE... MA NON TROPPO, SI SIANO RITROVATI AD UNA CERIMONIA A ROMA...
UNO DI LORO, IL PIU' IMPORTANTE, E' DIVENTATO IL PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE PARACADUTISTI D'ITALIA, IL GENERALE INCURSORE PARACADUTISTA MARCO BERTOLINI... ED HA PARLATO RISCUOTENDO UN LUNGHISSIMO APPLAUSO PER IL SUO DISCORSO... PARLANDO A BRACCIO... MOLTI SI SONO RAMMARICATI DI NON AVERLO POTUTO VISIONARE... ERA DI ALTA LEVATURA ETICA... NON IL SOLITO INCONCLUDENTE E NOIOSO BLA-BLA'... PERO' UNA PERSONA, PREVIDENTE, UN PARACADUTISTA DELL'ANPDI DI ROMA, LO HA REGISTRATO... QUINDI LO SI PROPONE A PIE' DI PAGINA... LEGGETELO ATTENTAMENTE... LA TENSIONE SPIRITUALE E PSICHICA SARA' FORTE... QUASI ELETTRICA... MA SARA' AVVERTITA SOLO DAGLI ANIMI SENSIBILI... SOLO DA CHI SA LEGGERE COL CUORE... PER GLI ALTRI ABITUATI SOLO A GUARDARE LA TELEVISIONE BASTERA' SOLO LA TELEVISIONE AD ENTUSIASMARLI... O A RATTRISTARLI... POVERA ITALIA TELEVISIVA COME FARA' SENZA IL MITICO TOTTI...
IL SECONDO, ANCHE IN ORDINE DI IMPORTANZA, E' UNA SCHEGGIA IMPAZZITA... DA SEMPRE... IL COLONNELLO INCURSORE PARACADUTISTA CARLO LENTI... UN ESPERTO IN GUERRA DI CORSA... MA NON CON LE NAVI... CON I TRENI... UN ATLETA PRESTATO AL 9°... UN UOMO DISINTERESSATO E GENEROSO... UN ALTEN KAMERADEN DEI TEMPI CHE FURONO... QUELLI SPENSIERATI... E BANDITI... MA ORMAI COL PERBENISMO DILAGANTE NON C'E' PIU' POSTO PER QUESTO GENERE DI CORSARO... E LUI LO SEPPE BEN PRESTO SULLA SUA PELLE CHE UN CERTO ESERCITO DI GRECHE E STELLE POLITICIZZATE NON E' MAI RICONOSCENTE CON I SUOI FIGLI MIGLIORI...
IL TERZO, QUINDI L'ULTIMO, NIENTE AFFATTO IMPORTANTE, E NON LO DICE PER FALSA MODESTIA MA PER INTIMO SENTIRE, E' ZETA ZETA... E' DENOMINATO "IL MITE"... MA A VOLTE LO E' POCO... UNA EX MINA VAGANTE PURE LUI... UN DISCRETO SPADACCINO, SPECIALITA' FIORETTO... ADESSO UN MONACO LAICO... MA DI LUI NON SI VUOLE PARLARE... ZETA ZETA PORTA SEMPRE, MA NON DA UTILE IDIOTA, L'ACQUA AL MULINO DEGLI ALTRI, QUELLI CHE MERITANO...
I TRE BRIGANTI SI SONO TROVATI...
CERCASI TRE SOMARI...
COSI PARLO' ZETA ZETA
PS
"KAZZIATONE"... LA PROSSIMA VOLTA CI SI PRESENTA... SE UNO PORTA CON ORGOGLIO E FEDE IL BASCO AMARANTO HA IL DOVERE ETICO DI PRESENTARSI AL SUO PRESIDENTE, IN SPECIAL MODO SE E' UN GENERALE "ITALIA"... MOLTI A ROMA NON LO HANNO FATTO... IL MITE OSSERVA SEMPRE ANCHE SE APPARENTEMENTE FA ALTRO... MA SIETE PERDONATI, ERAVATE INTIMIDITI... FORSE... O NON VOLEVATE DISTURBARE... FORSE... LA PROSSIMA VOLTA NIENTE TIMIDEZZE E FATEVI AVANTI PER SUPPORTARE, ANCHE CON LA VOSTRA STRETTA DI MANO, IL PRESIDENTE CHE VUOLE UNIRE E NON DIVIDERE... INSIEME MORTI E VIVI... IN QUESTO MONDO CHE NON HA PIU' IDEALI...
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IL DISCORSO DEL GENERALE MARCO BERTOLINI TENUTO AL CIMITERO DEL VERANO IL 28 MAGGIO 2017, PER COMMEMORARE I PARACADUTISTI CADUTI NEL CAMPO DELL'ONORE... PER L'ONORE D'ITALIA:
“ …ma cosa s’intende per memoria?...c’è una memoria della nostalgia, il desiderio di tornare ai 20 anni, che tanto non torneranno, agli innamoramenti, gli entusiasmi di allora. C’è una moria del rimpianto, “avrei dovuto fare e invece non ho fatto…”, che porta con sé il desiderio sciocco, inutile, di poter tornare indietro per poter fare quel che non ho fatto a suo tempo e così tacitare la mia coscienza.
C’è poi un’altra memoria, direi la più brutta, la memoria del rancore: è una memoria che sgomita, è una memoria che mette steccati, è una memoria che considera la storia un’ordalia, una specie di giudizio di Dio che dà la vittoria ai giusti e la sconfitta agli ingiusti, che premia i primi e che punisce i secondi, a partire dall’oblio, la punizione dell’oblio.
E c’è un’altra memoria, ed è quella che celebriamo oggi noi. È la memoria della riconoscenza. La riconoscenza che tutti i popoli devono ai loro soldati. Perché – e qui mi ricollego anche a quella che è stata l’omelia del celebrante – i soldati sono quell’ingrediente indispensabile che fanno di una società, di una comunità, che fanno di un Paese una Patria. Non esiste Patria senza che esistano i soldati di quella Patria. Non esiste Patria senza che esistano i soldati che per quella Patria sono morti. E quando parlo di soldati non parlo di quelli fortunati, di quelli vincitori. Parlo dei soldati in generale, di tutte le epoche, di tutte le guerre che hanno visto lo sviluppo di questa Patria. Noi siamo il frutto di lavoro ma anche di sacrifici di soldati che si sono espressi nei secoli, spesso combattendo gli uni contro gli altri. Tutti questi soldati, i vincitori e i vinti, hanno la stessa dignità. Loro rappresentano quel tratto di sangue blu che scorre nelle nostre vene. Loro fanno del nostro Paese una Patria, della quale dobbiamo essere orgogliosi.
L’Associazione nazionale Paracadutisti d’Italia, che ho l’onore di presiedere, è nata nel dopoguerra e per l’iniziativa di soldati, paracadutisti e in questo credo non ci siano differenze, anzi, so che non ci sono differenze, neanche con le altre Associazioni che sono venute qui così numerose. Paracadutisti che avevano combattuto nell’ambito della Repubblica Sociale e oggi ci troviamo qui a commemorare questi, in particolare, e paracadutisti che avevano combattuto in cobelligeranza con gli alleati oltre, naturalmente, a paracadutisti dell’Africa settentrionale. Loro, dopo la fine della guerra, si seppero ritrovare in un’identità di valori fortissima, identità di valori alla quale dobbiamo il fatto che la nostra Patria, che era distrutta, venne poi ricostruita. Non arrivò un “marziano” a risolvere i problemi del nostro Paese, fu la loro volontà, fu la loro concordia alla quale dobbiamo ancora fare riferimento rigettando, appunto – e torno al discorso di prima – quella memoria del rancore che erige steccati e che sgomita e che invoca magari una legge per ribadire, per rinforzare la propria supposta supremazia…
(qui la registrazione si interrompe...)
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| DA SINISTRA: ZZ, IL GENERALE ED IL COLONNELLO |
