ITALIANI SERVI
MENO CASAPOUND E CINQUE STELLE... PAROLA DI FINI... NON IL BADOGLIO GIANFRANCO... COLUI CHE SVENDETTE LA DESTRA, QUELLA VERA E SANA, QUELLA CHE ANCORA NON RUBAVA, AL NANO D'ITALIA... CHE NE FECE QUALCOSA DI UTILE... ALLE SUE AZIENDE...
MASSIMO FINI, NEL SUO ARTICOLO, HA SALVATO SOLO I DUE MOVIMENTI: L'UNO QUELLO DI DESTRA SOCIALE, CASAPOUND... L'ALTRO IL CINQUE STELLE CHE ANCORA IL MITE NON HA COMPRESO COSA SIA E DOVE SI COLLOCA... MASSIMO FINI AVRA' AVUTO LE SUE RAGIONI... PER COMPRERLE BASTA LEGGERE IL SUO ARTICOLO... LUCIDO... SPIETATO... VERO... DOCUMENTATO...
TUTTO IL RESTO DEL MONDO POLITICO?... RIDICOLI SERVI DI DESTRA E DI SINISTRA DEL POTENTE (SEMPRE MENO) "ALLEATO" AMERICANO...
MENO CASAPOUND E CINQUE STELLE... PAROLA DI FINI... NON IL BADOGLIO GIANFRANCO... COLUI CHE SVENDETTE LA DESTRA, QUELLA VERA E SANA, QUELLA CHE ANCORA NON RUBAVA, AL NANO D'ITALIA... CHE NE FECE QUALCOSA DI UTILE... ALLE SUE AZIENDE...
MASSIMO FINI, NEL SUO ARTICOLO, HA SALVATO SOLO I DUE MOVIMENTI: L'UNO QUELLO DI DESTRA SOCIALE, CASAPOUND... L'ALTRO IL CINQUE STELLE CHE ANCORA IL MITE NON HA COMPRESO COSA SIA E DOVE SI COLLOCA... MASSIMO FINI AVRA' AVUTO LE SUE RAGIONI... PER COMPRERLE BASTA LEGGERE IL SUO ARTICOLO... LUCIDO... SPIETATO... VERO... DOCUMENTATO...
TUTTO IL RESTO DEL MONDO POLITICO?... RIDICOLI SERVI DI DESTRA E DI SINISTRA DEL POTENTE (SEMPRE MENO) "ALLEATO" AMERICANO...
L'ARTICOLO MERITA DI ESSERE LETTO... MASSIMO FINI ADESSO HA LA SUA
ETA'... ED HA LA FACCIA DA PUGILE SUONATO... MA ANCORA LE SUONA E LE
CANTA...
VALE!
VALE!
^^^^^^^^^^^^^^^
Usa, ci trattano da servi perchè servi siamo
Avevo
appena finito di scrivere un articolo contro le indebite ingerenze del
papato negli affari interni dello Stato italiano, che ne è avvenuta una,
infinitamente più grave nello specifico, da parte dell’ambasciatore
americano a Roma John Phillips, che certamente non parlava a nome
proprio ma del presidente degli Stati Uniti, il quale ha ‘consigliato’
agli italiani di votare Sì al prossimo referendum costituzionale
aggiungendovi il ricatto economico e cioè la minaccia che le imprese
yankee non investiranno più in Italia e facendosi supportare
dall’agenzia di rating Fitch che è una filiale londinese della Fitch di
New York.
Questa
inaudita intromissione negli affari interni dello Stato italiano,
oltretutto su una questione delicatissima che divide il nostro Paese, la
prima espressa in modo così esplicito, ha causato molto imbarazzo sia a
sinistra che a destra perché tutti i partiti e movimenti italiani, ad
eccezione dei Cinque Stelle e dell’infamatissimo CasaPoud, sono da tempo
sdraiati come sogliole ai piedi dell’’amico americano’. Sull’Unità,
organo ufficiale del Pd, Annalisa Chirico scrive che quella di Phillips
è “una analisi legittima e doverosa” e aggiunge che l’ambasciatore
americano “può dare consigli e formulare auspici”. Sono affermazioni al
limite dell’incredibile perché un ambasciatore deve relazionare al suo
Paese sulla situazione dello Stato in cui si trova, ma non può in alcun
modo intromettersi formalmente nelle sue questioni interne. Ed è penoso
anche che adesso Matteo Salvini e Renato Brunetta facciano i pettoruti
difensori dell’indipendenza nazionale quando è da tempo immemorabile che
la destra italiana, ammesso che questa possa definirsi una destra, è,
Berlusconi in testa, più americana degli americani. E sia chiaro che
l’altolà all’ingerenza americana avrebbe dovuto esserci anche se
Phillips si fosse espresso in favore del No. Lo dico anche ad Antonio
Padellaro che afferma che in fondo gli americani non ci hanno
bombardato. “Ma quanto è buona Lei, signora Belva”.
E’
dalla scomparsa del Pci che noi italiani non riusciamo a dire nemmeno
un flebile no alle prepotenze americane, fuori d’Italia e in Italia, e
che anzi le appoggiamo senza riserve. Nel 1999 abbiamo partecipato
all’aggressione alla Serbia (gli aerei Usa partivano da Aviano) cui
l’Onu era contraria e nonostante che noi con la Serbia avessimo buoni e
storici rapporti. Persino la piccola Grecia, che pur è un membro di
quella truffa chiamata Nato, si rifiutò di partecipare a
quell’operazione. Non abbiamo alzato un dito contro l’aggressione del
2003 all’Iraq altro Stato sovrano, come la Serbia, rappresentato all’Onu
che anche in questo caso era contraria all’intervento. Anzi abbiamo
mandato sul posto ambigui consiglieri e ‘addestratori’ (ma quanta gente
stiamo ‘addestrando’ in giro per il mondo?). Abbiamo partecipato, sia
pur malvolentieri (Berlusconi era contrario, ma poi si piegò, e questo
rende la sua adesione ancora più grave) all’aggressione alla Libia di
Gheddafi, altro Stato sovrano rappresentato all’Onu che anche in questo
caso era contraria. Tra l’altro con la Libia avevamo corposi interessi
economici che abbiamo sacrificato a favore dei francesi, questi eterni e
pericolosi ammalati di grandeur ma notoriamente imbelli quando
ci sia un avversario degno di questo nome (la famosa ‘linea Maginot’,
Hitler passò dal Belgio e in due settimane era a Parigi). Continuiamo a
mantenere truppe in Afghanistan, da cui perfino i canadesi, strettissimi
alleati degli Stati Uniti, se ne sono andati, per sostenere gli
americani che non possono ‘perdere la faccia’, la loro bella faccia, e
ammettere che quella guerra infame e ingiusta l’hanno perduta. Anche in
Afghanistan manteniamo, oltre a 540 soldati, un altro mezzo migliaio di
‘consiglieri’ e ‘addestratori’ per sostenere un governo, quello di
Ashraf Ghani, che senza la presenza americana sul terreno, con basi,
bombardieri e droni, non rimarrebbe in piedi più di due settimane di
fronte alla resistenza afgano-talebana.
Il
3 febbraio del 1998 un pilota americano, volendo fare il Rambo, tagliò
le funi della funivia del Cermis provocando 14 morti. Non è stato
processato né in Italia né negli Stati Uniti. Come non vengono
processati i soldati americani di base a Napoli che a volte, tanto per
divertirsi, stuprano ragazze italiane. Il 4 marzo del 2005 il nostro
agente Nicola Calipari fu ucciso da un soldato americano, Mario Luis
Lozano, di guardia a un checkpoint. In quel caso gli americani avevano
ragione perché il governo italiano a guida Berlusconi, nella fretta di
riportare in Italia la giornalista Giuliana Sgrena esibendola come un
trofeo, non aveva avvertito i comandi statunitensi. Ma un’inchiesta,
almeno un’inchiesta, non si nega a nessuno. Per noi nemmeno quella.
I
servi vengono trattati, giustamente, da servi. E per questo gli
americani pensano di potersi permettere intromissioni inaudite come
quella di Phillips. Perfino il presidente delle Filippine, Duterte, ha
mandato all’inferno gli yankee, definendo Obama un “figlio di puttana”,
che volevano segnare la solita ‘linea rossa’ per i modi molto spicci con
cui Duterte cerca di liberarsi dei trafficanti di droga. Da noi si sono
alzati solo deboli vagiti da parte di singoli uomini politici ma
dovrebbe essere il Governo italiano, nella persona del suo premier,
Matteo Renzi, a reagire formalmente e ufficialmente chiedendo
spiegazioni agli Stati Uniti e, soprattutto, rispedendo l’ambasciatore
Phillips a casa sua. Invece il 18 ottobre Matteo Renzi andrà alla Casa
Bianca per genuflettersi davanti a Barack Obama e ricevere, come scrive
Travaglio, il ‘Premio Fantozzi’.
Massimo Fini
Il Fatto Quotidiano, 15 settembre 2016
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